Dal 1888 fino al 1958 il territorio di Calangianus è stato attraversato dalla ferrovia a scartamento ridotto Monti-Tempio. Nel 1958 è stata decisa la sua dismissione. Da quella data questo tracciato è stato abbandonato e la natura ha preso progressivamente il sopravvento, ricoprendo e cancellandone intere parti, poiché la via ferrata era stata completamente smantellata e la stazione di Calangianus demolita.
Dal 2008 parte di questo tracciato è stato recuperato e restituito ai cittadini attraverso un progetto della Comunità Montana.
Questo tracciato ferroviario, che racchiude già in se' cristalli di ricordi legati alla storia della ferrovia, attraversa un territorio apparentemente vuoto e deserto, muto e silenzioso. Un territorio che per molti aspetti non riesce più a parlare all’uomo, a raccontarsi.
Eppure invece, come ben sanno in paese tutte le persone che hanno una certa età, questo territorio è stato in passato particolarmente vissuto, investito di desideri, paure, affetti. E’ stato fonte di economie e di legami sociali.
La toponomastica, il tessuto proprietario, il reticolo dei muri a secco, la presenza degli stazzi, le grotte abitate dai pastori transumanti sono solo alcuni dei segni che rivelano come le sue qualità, siano l’esito di un lungo processo che ha visto l’uomo interagire con l’ambiente.
A saperli interrogare questi segni, insieme agli alberi muti e alle rocce bucate dal vento e lavorate dall'atmosfera, ai sentieri minimi che si dipanano nelle campagne, costituiscono veri e propri scrigni di racconti e di storie. E’ proprio attraverso questo mondo di significati che gli uomini, nell'intessere legami affettivi, impalpabili ed invisibili con questi ambienti di vita, hanno prodotto un territorio ricco di senso, hanno avvolto i muri, gli alberi e le pietre, di significati: li hanno resi, per poterli pensare, animati e viventi.
Il seminario itinerante, prendendo spunto da queste premesse, ha voluto promuovere un vero e proprio viaggio di scoperta dei significati impalpabili che il paesaggio contiene. Nel riconnettere i saperi prodotti nelle aule universitarie con le memorie di chi ha vissuto, vive, usa e progetta nel territorio, ha provato a lavorare per rimettere in connessione la superficie delle cose con il serbatoio di memorie che le ha fatte essere. Tutto questo per stimolare e favorire nuove forme di appropriazione e restituire la minata capacità di comunicare, attraverso nuove forme di conoscenza, con questo ambiente di vita.
Per questo motivo abbiamo camminato insieme durante due giorni per condividere, conoscere, esperire, scambiare i nostri saperi ed esperienze, incontrando anziani, professionisti, insegnanti, bambini.
Favorire relazioni e dialogo, attività fondamentali dalle quali crediamo possa scaturire un desiderio di futuro ed una possibile visione condivisa per il territorio di Calangianus, è stato il compito che ci siamo dati.
L'antico tracciato ferroviario ha costituito così un pretesto per ragionare sul territorio, un “dispositivo” per mettere assieme memorie e desideri, per sollecitare a riflettere sull'antico rapporto tra paese e campagna e su nuove ipotesi di sviluppo locale.
A questa prima fase di lavoro ha seguito un momento di rielaborazione e di approfondimento dei temi emersi nel corso del seminario, che ci ha portato ad allargare il nostro sguardo all’intero territorio calangianese e a restituire il lavoro svolto attraverso la produzione di video e cartografie tematiche.
Nel 2011 abbiamo, inoltre, attivato un altro dispositivo di interazione con gli abitanti, realizzando un workshop di fotografia del paesaggio del Limbara, aperto a chiunque volesse partecipare e reso possibile grazie alla collaborazione tra il nostro laboratorio e lo studio Fotograffi.
La mostra costituisce una nuova fase di questo lavoro e vuol essere il primo passo per socializzare con gli abitanti (coloro già coinvolti nelle nostre attività, ma anche tutti gli altri!) il lavoro finora svolto.
Dal 2008 parte di questo tracciato è stato recuperato e restituito ai cittadini attraverso un progetto della Comunità Montana.
Questo tracciato ferroviario, che racchiude già in se' cristalli di ricordi legati alla storia della ferrovia, attraversa un territorio apparentemente vuoto e deserto, muto e silenzioso. Un territorio che per molti aspetti non riesce più a parlare all’uomo, a raccontarsi.
Eppure invece, come ben sanno in paese tutte le persone che hanno una certa età, questo territorio è stato in passato particolarmente vissuto, investito di desideri, paure, affetti. E’ stato fonte di economie e di legami sociali.
La toponomastica, il tessuto proprietario, il reticolo dei muri a secco, la presenza degli stazzi, le grotte abitate dai pastori transumanti sono solo alcuni dei segni che rivelano come le sue qualità, siano l’esito di un lungo processo che ha visto l’uomo interagire con l’ambiente.
A saperli interrogare questi segni, insieme agli alberi muti e alle rocce bucate dal vento e lavorate dall'atmosfera, ai sentieri minimi che si dipanano nelle campagne, costituiscono veri e propri scrigni di racconti e di storie. E’ proprio attraverso questo mondo di significati che gli uomini, nell'intessere legami affettivi, impalpabili ed invisibili con questi ambienti di vita, hanno prodotto un territorio ricco di senso, hanno avvolto i muri, gli alberi e le pietre, di significati: li hanno resi, per poterli pensare, animati e viventi.
Il seminario itinerante, prendendo spunto da queste premesse, ha voluto promuovere un vero e proprio viaggio di scoperta dei significati impalpabili che il paesaggio contiene. Nel riconnettere i saperi prodotti nelle aule universitarie con le memorie di chi ha vissuto, vive, usa e progetta nel territorio, ha provato a lavorare per rimettere in connessione la superficie delle cose con il serbatoio di memorie che le ha fatte essere. Tutto questo per stimolare e favorire nuove forme di appropriazione e restituire la minata capacità di comunicare, attraverso nuove forme di conoscenza, con questo ambiente di vita.
Per questo motivo abbiamo camminato insieme durante due giorni per condividere, conoscere, esperire, scambiare i nostri saperi ed esperienze, incontrando anziani, professionisti, insegnanti, bambini.
Favorire relazioni e dialogo, attività fondamentali dalle quali crediamo possa scaturire un desiderio di futuro ed una possibile visione condivisa per il territorio di Calangianus, è stato il compito che ci siamo dati.
L'antico tracciato ferroviario ha costituito così un pretesto per ragionare sul territorio, un “dispositivo” per mettere assieme memorie e desideri, per sollecitare a riflettere sull'antico rapporto tra paese e campagna e su nuove ipotesi di sviluppo locale.
A questa prima fase di lavoro ha seguito un momento di rielaborazione e di approfondimento dei temi emersi nel corso del seminario, che ci ha portato ad allargare il nostro sguardo all’intero territorio calangianese e a restituire il lavoro svolto attraverso la produzione di video e cartografie tematiche.
Nel 2011 abbiamo, inoltre, attivato un altro dispositivo di interazione con gli abitanti, realizzando un workshop di fotografia del paesaggio del Limbara, aperto a chiunque volesse partecipare e reso possibile grazie alla collaborazione tra il nostro laboratorio e lo studio Fotograffi.
La mostra costituisce una nuova fase di questo lavoro e vuol essere il primo passo per socializzare con gli abitanti (coloro già coinvolti nelle nostre attività, ma anche tutti gli altri!) il lavoro finora svolto.